Le operazioni dell’Inter legate al mercato degli attaccanti non sono state particolarmente semplici. Gazzetta dello Sport prova ad analizzare le scelte.
CAMBIO DI PROGRAMMA – All’inizio della sessione estiva di calciomercato il progetto dell’Inter sembrava chiaro: svecchiare la rosa di Simone Inzaghi e puntare sulla crescita del valore del patrimonio tecnico, con l’utilizzo poi del player trading. La Gazzetta dello Sport mette in evidenza come questa tendenza sia andata via via a modificarsi con gli ultimi colpi di mercato di agosto, in particolari quelli legati al settore offensivo. La dirigenza interista ha scelto, infatti, di puntare prima su Marko Arnautovic e, poi, su Alexis Sanchez. Due nomi che l’Inter conosce fin troppo bene, visto il passato nerazzurro, e che hanno una carta d’identità non particolarmente rassicurante. Sicuramente il voltafaccia di Romelu Lukaku, che a luglio ha abbandonato la nave milanese, non ha facilitato il lavoro in Viale della Liberazione.
SCELTE D’INVESTIMENTO – Ma ci si chiede come mai la dirigenza nerazzurra abbiamo modificato il suo piano iniziale: investire il budget previsto per il belga (di 35-40 milioni di euro) per il nuovo rinforzo offensivo. Tanti i nomi che in queste settimane si sono rincorsi per il profilo da accostare a Lautaro Martinez. Da Alvaro Morata a Gianluca Scamacca, passando per Folarin Balogun. L’Inter, alla fine, ha preferito investire una somma più cospicua per completare la difesa, andando su Benjamin Pavard, piuttosto che l’attacco. Se la scelta di ripiegare su Arnautovic e Sanchez è stata corretta potrà dirlo solo il campo. Per ora resta, di fatto, un cambiamento nelle modalità di mercato che, tra l’altro, non è visto di buon occhio da tutti i tifosi nerazzurri.